“Oh oh oh! Baciatemi il culetto, piccoli mostriciattoli!”
Un omaccione canuto, con in dosso una gualdrappa rossa, sorseggiava un cognac sprofondato in una enorme poltrona. Guardava, un pino intero arrostire dentro un monumentale caminetto, i suoi pensieri vagavano seguendo il ritmo dello scoppiettio.
“Oh oh oh! Baciatemi il culetto, piccoli mostriciattoli!” ripeteva, con una voce cavernosa.
Arrivarono degli esserini, vestiti di verde e con le orecchie a punta. Uno di loro, a nome Patch disse: “E' di nuovo ubriaco!”
L'omaccione, ingollò un altro sorso di cognac e spinse con il piede fasciato da stivali di stoffa rossa, il pino nel fondo del caminetto. La fiamma si rianimò, una lingua di fuoco si rizzò e si contorse come un serpente, una pigna scoppiò e le scintille finirono su un antico tappeto arabo.
“Oh oh oh! Baciatemi il culetto, piccoli mostriciattoli!”
“Prima o poi, il vecchio manderà sta baracca in fiamme!” evidenziò Patch, mentre soffocava i focolai sul tappeto.
Il più saggio degli esserini, Pucth, con le mani conserte dietro la schiena si avvicinò al vecchio: “Scusi signore, la slitta è pronta! Le renne sono state foraggiate. I regali sigillati e posti nel sacco. Manca solo lei! Le faccio notare che è tardi!”
“Brutto nano, taci! So io quando è ora di partire!” disse il vecchio, e versò nel capiente bicchiere dell'altro cognac, poi bevve avidamente.
Erano le 23:45 del 24 dicembre, anno domini 2007. Al polo nord faceva un freddo cane, le renne scuotevano la testa cornuta, sbuffando dal naso polvere d'orata sotto forma di vapore.
Tre giorni prima, ore 23:45. In un bar dell'Avana un misterioso individuo tracannava birra e si ingozzava di patatine fritte. Aspettava impaziente, la venuta della sua cricca, intanto leggeva su un giornale, che quello del 2007 sarebbe stato il Natale più ricco della storia. Babbo Natale, festeggiava il rinnovo del contratto con la Coca Cola, avrebbe per quella occasione sbalordito tutti.
Tre tipi si avvicinarono al misterioso individuo, “eccoci Maestro!” dissero all'unisono. Difatti erano tre gemelli, Nip Nop e Nap o meglio conosciuti come i gemelli Derrick.
Erano famosi nel ambiente del borseggio, la loro catapulta infernale aveva fatto storia tra i ladri dell'Avana.
Nip e Nap correvano ai lati della vittima, mentre Nop li precedeva di due tre metri. Quando era il momento, Nop si lanciava a terra scivolando sulla schiena e tirando su i piedi a mo di trampolino. Nip e Nap, si smarcavano dalla vittima e raggiungevano il fratello che nel frattempo aveva ridotto di parecchio la sua velocità. I due saltano sopra i piedi di Nop e piroettando a dieci metri da terra, ripiombavano sulla vittima come falchi sulla preda: gli arraffavano tutto, anche le mutande se erano firmate. Poi scappavano urlando goooooaaaaal!
Ma chi è il Maestro?
Vi ricordate dell'Incognito? Vi ricordate che avevamo promesso di dire tutto su di lui? Beh, che Dio ci assista!
L'AKA Maestro, gli fu assegnato tanti e tanti anni fa....
Alcuni dicono che molto tempo fa, durante la stesura della divina commedia, Dante dentro una cella umida e spoglia, si lasciò scappare uno sternuto. Lo scoppio echeggiò per tutto il monastero, svegliando i monaci. Una scarsa teoria di coraggiosi, avanzava lentamente per i bui corridoi dell'ala nord; solo la fiamma di una torcia, in mano all'Abate, tremolava nell'oscurità. Col pugno chiuso, l'Abate picchiò due volte alla porta dell'Alighieri, passarono venti secondi circa e il divino poeta fece entrare i monaci. La cella era illuminata da una candela, che sfrigolava su un tavolaccio, sul quale c'era un disordine di fogli, una penna d'oca e mezzo bicchiere d'inchiostro. L'Abate fissò negli occhi Dante e esitante disse: “Salute Maestro!”
Il Maestro, anni dopo scappò da quel monastero, teneva sotto il braccio il bottino che il sommo poeta aveva racimolato, vendendo quel popò di commedia alla Mondadori. S'imbarcò a Genova come mozzo, su un cargo battente bandiera Niberiana; fece tre volte il giro del mondo perdendo i soldi in scommesse e battone di terz'ordine. Finalmente sbarcò a Cuba e s'iscrisse all'Università-Bordello dell'Avana, alla facoltà di giurisprudenza.
Avana, ore 23:47 del 21 dicembre. Anno domini 2007.
“Allora, il piano è il seguente. Nop tu ti occupi degli elfi, Nip e Nap voi pensate alle renne e alla slitta. Io, me la vedrò direttamente col pancione!” Il piano era stato organizzato nei minimi dettagli. Il gruppo uscì dal bar, l'Oracolo dell'ovest segnò le consumazioni sul conto di Turi Turi Turi.
Impiegarono tre giorni per giungere al polo nord. Erano le 23:47, del 24 dicembre, anno domini 2007, quando Nip e Nap aggredirono le renne che stazionavano davanti la dimora di Babbo Natale. Il Maestro e Nop, entrarono in quella reggia passando dalla porta centrale. Un lungo corridoio e poi una sala enorme, dove due rampe di scale, una a destra e l'altra a sinistra, salivano curve verso il piano superiore.
Rumore di passi!
Nop si acquattò dietro un mobile, il Maestro fece finta di nulla, era abile a camuffarsi!
Gli elfi scendevano una delle due rampe di scale, Pucth scuoteva la testa mentre Pacth sospirava di quando in quando. Nop, li aggredì alle spalle, imprigionandoli dentro un sacco di yuta.
“Il vecchio deve essere su!” disse al Maestro, questi smise di fare finta di nulla e salì i gradini della scala destra a tre a tre, e gli ultimi quattro a due a due!
Babbo Natale era sprofondato nel tipico sonno dell'ubriaco,russava animalescamente.
Il Maestro gli scivolò accanto, da una tasca estrasse un pugnale affilato, lo strinse con tutte due le mani e mirò al pancione di Babbo Natale. Con tutta la sua forza, il Maestro vibrò il fendente e .......
Erano le 00:01 del 25 dicembre. Anno domini 2007. Ci eravamo riuniti tutti alla Taverna delle Fate. Il Profeta stava raccontando una storia di Natale, ma sul più bello crollò in trance sotto l'effetto di tre pinte scure. Il Pavone e il Lunatico ne approfittarono per sgranchirsi le gambe, mentre il Losco si accese una sigaretta. Turi il ternario andò in bagno, dicendo che un rotolo di carta igienica prima gli aveva fatto l'occhiolino. Il Kamikaze smanettava sotto il tavolo con della nitroglicerina.
Il postino entrò nel bar, affannato ci disse che nei cieli dell'Avana era apparsa una stella cometa. Noi tutti, ci catapultammo fuori e puntammo il naso all'insù. Era una notte stellata, una striscia luminosa la rigava, disegnando una parabola. Noi tutti, manifestammo il nostro stupore con un prolungato: wooooow! Uno per volta esprimemmo un desiderio, poi ci avviammo festosi per le strade dell'Avana, col cuore pieno di gioia e con la consapevolezza che Turi il ternario avrebbe, anche questa volta, onorato il conto.
Verso le 00:15 del 25 dicembre, anno domini 2007, nei cieli scuri dell'Avana si udirono suoni di campanelli e una voce rauca che gridava: “Oh Oh Oh.....Baciatemi il culetto piccoli mostriciattoli!”.
Un omaccione canuto, con in dosso una gualdrappa rossa, sorseggiava un cognac sprofondato in una enorme poltrona. Guardava, un pino intero arrostire dentro un monumentale caminetto, i suoi pensieri vagavano seguendo il ritmo dello scoppiettio.
“Oh oh oh! Baciatemi il culetto, piccoli mostriciattoli!” ripeteva, con una voce cavernosa.
Arrivarono degli esserini, vestiti di verde e con le orecchie a punta. Uno di loro, a nome Patch disse: “E' di nuovo ubriaco!”
L'omaccione, ingollò un altro sorso di cognac e spinse con il piede fasciato da stivali di stoffa rossa, il pino nel fondo del caminetto. La fiamma si rianimò, una lingua di fuoco si rizzò e si contorse come un serpente, una pigna scoppiò e le scintille finirono su un antico tappeto arabo.
“Oh oh oh! Baciatemi il culetto, piccoli mostriciattoli!”
“Prima o poi, il vecchio manderà sta baracca in fiamme!” evidenziò Patch, mentre soffocava i focolai sul tappeto.
Il più saggio degli esserini, Pucth, con le mani conserte dietro la schiena si avvicinò al vecchio: “Scusi signore, la slitta è pronta! Le renne sono state foraggiate. I regali sigillati e posti nel sacco. Manca solo lei! Le faccio notare che è tardi!”
“Brutto nano, taci! So io quando è ora di partire!” disse il vecchio, e versò nel capiente bicchiere dell'altro cognac, poi bevve avidamente.
Erano le 23:45 del 24 dicembre, anno domini 2007. Al polo nord faceva un freddo cane, le renne scuotevano la testa cornuta, sbuffando dal naso polvere d'orata sotto forma di vapore.
Tre giorni prima, ore 23:45. In un bar dell'Avana un misterioso individuo tracannava birra e si ingozzava di patatine fritte. Aspettava impaziente, la venuta della sua cricca, intanto leggeva su un giornale, che quello del 2007 sarebbe stato il Natale più ricco della storia. Babbo Natale, festeggiava il rinnovo del contratto con la Coca Cola, avrebbe per quella occasione sbalordito tutti.
Tre tipi si avvicinarono al misterioso individuo, “eccoci Maestro!” dissero all'unisono. Difatti erano tre gemelli, Nip Nop e Nap o meglio conosciuti come i gemelli Derrick.
Erano famosi nel ambiente del borseggio, la loro catapulta infernale aveva fatto storia tra i ladri dell'Avana.
Nip e Nap correvano ai lati della vittima, mentre Nop li precedeva di due tre metri. Quando era il momento, Nop si lanciava a terra scivolando sulla schiena e tirando su i piedi a mo di trampolino. Nip e Nap, si smarcavano dalla vittima e raggiungevano il fratello che nel frattempo aveva ridotto di parecchio la sua velocità. I due saltano sopra i piedi di Nop e piroettando a dieci metri da terra, ripiombavano sulla vittima come falchi sulla preda: gli arraffavano tutto, anche le mutande se erano firmate. Poi scappavano urlando goooooaaaaal!
Ma chi è il Maestro?
Vi ricordate dell'Incognito? Vi ricordate che avevamo promesso di dire tutto su di lui? Beh, che Dio ci assista!
L'AKA Maestro, gli fu assegnato tanti e tanti anni fa....
Alcuni dicono che molto tempo fa, durante la stesura della divina commedia, Dante dentro una cella umida e spoglia, si lasciò scappare uno sternuto. Lo scoppio echeggiò per tutto il monastero, svegliando i monaci. Una scarsa teoria di coraggiosi, avanzava lentamente per i bui corridoi dell'ala nord; solo la fiamma di una torcia, in mano all'Abate, tremolava nell'oscurità. Col pugno chiuso, l'Abate picchiò due volte alla porta dell'Alighieri, passarono venti secondi circa e il divino poeta fece entrare i monaci. La cella era illuminata da una candela, che sfrigolava su un tavolaccio, sul quale c'era un disordine di fogli, una penna d'oca e mezzo bicchiere d'inchiostro. L'Abate fissò negli occhi Dante e esitante disse: “Salute Maestro!”
Il Maestro, anni dopo scappò da quel monastero, teneva sotto il braccio il bottino che il sommo poeta aveva racimolato, vendendo quel popò di commedia alla Mondadori. S'imbarcò a Genova come mozzo, su un cargo battente bandiera Niberiana; fece tre volte il giro del mondo perdendo i soldi in scommesse e battone di terz'ordine. Finalmente sbarcò a Cuba e s'iscrisse all'Università-Bordello dell'Avana, alla facoltà di giurisprudenza.
Avana, ore 23:47 del 21 dicembre. Anno domini 2007.
“Allora, il piano è il seguente. Nop tu ti occupi degli elfi, Nip e Nap voi pensate alle renne e alla slitta. Io, me la vedrò direttamente col pancione!” Il piano era stato organizzato nei minimi dettagli. Il gruppo uscì dal bar, l'Oracolo dell'ovest segnò le consumazioni sul conto di Turi Turi Turi.
Impiegarono tre giorni per giungere al polo nord. Erano le 23:47, del 24 dicembre, anno domini 2007, quando Nip e Nap aggredirono le renne che stazionavano davanti la dimora di Babbo Natale. Il Maestro e Nop, entrarono in quella reggia passando dalla porta centrale. Un lungo corridoio e poi una sala enorme, dove due rampe di scale, una a destra e l'altra a sinistra, salivano curve verso il piano superiore.
Rumore di passi!
Nop si acquattò dietro un mobile, il Maestro fece finta di nulla, era abile a camuffarsi!
Gli elfi scendevano una delle due rampe di scale, Pucth scuoteva la testa mentre Pacth sospirava di quando in quando. Nop, li aggredì alle spalle, imprigionandoli dentro un sacco di yuta.
“Il vecchio deve essere su!” disse al Maestro, questi smise di fare finta di nulla e salì i gradini della scala destra a tre a tre, e gli ultimi quattro a due a due!
Babbo Natale era sprofondato nel tipico sonno dell'ubriaco,russava animalescamente.
Il Maestro gli scivolò accanto, da una tasca estrasse un pugnale affilato, lo strinse con tutte due le mani e mirò al pancione di Babbo Natale. Con tutta la sua forza, il Maestro vibrò il fendente e .......
Erano le 00:01 del 25 dicembre. Anno domini 2007. Ci eravamo riuniti tutti alla Taverna delle Fate. Il Profeta stava raccontando una storia di Natale, ma sul più bello crollò in trance sotto l'effetto di tre pinte scure. Il Pavone e il Lunatico ne approfittarono per sgranchirsi le gambe, mentre il Losco si accese una sigaretta. Turi il ternario andò in bagno, dicendo che un rotolo di carta igienica prima gli aveva fatto l'occhiolino. Il Kamikaze smanettava sotto il tavolo con della nitroglicerina.
Il postino entrò nel bar, affannato ci disse che nei cieli dell'Avana era apparsa una stella cometa. Noi tutti, ci catapultammo fuori e puntammo il naso all'insù. Era una notte stellata, una striscia luminosa la rigava, disegnando una parabola. Noi tutti, manifestammo il nostro stupore con un prolungato: wooooow! Uno per volta esprimemmo un desiderio, poi ci avviammo festosi per le strade dell'Avana, col cuore pieno di gioia e con la consapevolezza che Turi il ternario avrebbe, anche questa volta, onorato il conto.
Verso le 00:15 del 25 dicembre, anno domini 2007, nei cieli scuri dell'Avana si udirono suoni di campanelli e una voce rauca che gridava: “Oh Oh Oh.....Baciatemi il culetto piccoli mostriciattoli!”.
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