I feel that ice is slowly melting

"se devo essere sincera.." "No! pecche mica... puoi dire pure una bugia no cioè siamo tutt'e due gli n'si... a coppia..non lo so cioé... resta" (Massimo Troisi: Scusate il ritardo)

"Little darling, the smile returning to their faces.
Little darling, it seems like years since it's been here." (George Harrison)

mercoledì 30 gennaio 2008

Il losco

A quel tempo ci incontravamo a Cuba per trascorrere qualche genuina ed innocente giornata sulle due collinette che si ergono poco sopra ogni cubana distesa. Raggiungere le collinette era facile, bisognava però percorrere alcune strade che tortuosamente si inerpicavano in cima fino ai cocuzzoli. Le nostre giornate passavano tranquille! Una tiepida sensazione di bagnato pervadeva il nostro corpo ogni volta che ci addentravamo nella foresta. Dante aveva proprio ragione: “Lasciate ogni speranza voi ch’entrate”.

Ricordo che un giorno io ed il kamikaze eravamo andati a tagliare delle canne da zucchero per distillare del rum alla ciliegia; mancammo parecchie ore. Al nostro ritorno, trovammo il losco intento a spalare terra; era proprio sopra la montagnetta di una donna cubana. Fin li niente di strano. Starà cercando dei tuberi pensai. I tuberi a Cuba sono molto ricercati. Sono l’ingrediente principale della criolla cubana per preparare l’ajiaco, il piatto nazionale, che, neanche a dirlo, è a base di yuca, una varietà di patata.

Il losco era un losco individuo. Aveva lunghi capelli, neri a causa degli escrementi degli scarafaggi che vi si erano annidati dentro. Credo che in realtà il suo colore naturale fosse il rosso. Era un tipo veramente strano. Qualche anno prima il nonno lo aveva cacciato di casa a causa del suo insulso modo di vivere.

Il nonno era stato un rispettabile colonnello dell’esercito del Duce. Un uomo tutto d’un pezzo al quale purtroppo era capita la peggiore delle disgrazie: aveva generato un fetido, insipido ed anonimo nipote vegetale. Un comunista con i soldi degli altri! Da quali meandri del DNA proveniva tale vergognosa indole, si chiedeva! Se Mendel, che aveva studiato i piselli, aveva ragione: chi fra i suoi antenati fu focolare del germe infetto? O peggio ancora, era lui stesso un portatore sano della malattia? Quest’ultima domanda tormentò il nonno portandolo alla morte tra atroci sofferenze. Pover’uomo, si starà ancora girando e rigirando nella tomba.

Tornando al losco, egli aveva vagato parecchi anni per il mondo; era stato sul cazzo proprio a tutti! Dopo aver sentito il detto “chi non scopa a Pordenone o è frocio o è ricchione” era andato appunto a Pordenone ed effettivamente dopo essere entrato in un locale per soli individui di sesso maschile ne era uscito ancheggiando malamente. Pensò, “se pago, almeno li mi daranno qualcosa”, e si diresse ad Amsterdam, ma niente; le vetrine dei negozi erano tutte chiuse per il gay pride. Andò alle falde del Kilimangiaro, ma ben presto si accorse che i watussi erano ben proporzionati.
Infine, approdò a Cuba dopo essersi imbarcato clandestinamente su un peschereccio libanese; lo avevano scoperto poco dopo la partenza a causa del fetore dei suoi capelli che stranamente nascondeva il cattivo odore del pesce marcio. I pescatori libanesi lo usarono, come esca, per sollazzare i loro pesci; infondo, anche i pesci hanno diritto a cinque minuti di svago dopo essere stati intrappolati nelle reti per una giornata intera. Per il losco fu un viaggio veramente duro! Sbarcati a Cuba, il losco riuscì a scappare dai suoi concubini. Tutto accadde una notte: i libanesi stavano approfittando di lui, si narra tre alla volta, ma ubriachi e soddisfatti, finito il giulivo dondolare, dimenticarono di incatenarlo.

Finalmente Libero! Il losco messo piede sulla bianca sabbia cubana, affamato ed ancora una volta ancheggiando malamente si diresse verso la strada in cerca di un autobus, un treno, o qualunque cosa lo portasse lontano da lì. E’ noto che i trasporti pubblici cubani non spaccano il secondo; non fu però difficile trovare un passaggio facendo l’autostop. Un contadino lo prese a bordo imbracandolo sotto la pancia del suo mulo; proprio come fece Ulisse per scappare da Polifemo: si mise sotto una pecora. Il mulo gemeva in sincronia alla sua andatura altalenante. Alla fine del viaggio era stanco ma soddisfatto, il mulo.

Non mi hanno chiesto niente pensava il losco dopo qualche giorno! Mi stanno offrendo il loro vino e le loro patate! Dopo un lungo travaglio realizzo che si trovava in un covo di comunisti. Gli uomini gli offrivano da bere e da mangiare, le donne gli facevano capire: ciò che è mio è tuo! Condividiamo! Sconvolto da una efferata eccitazione capì che quella era la terra promessa dove anche un comunista con i soldi degli altri qualunque, avrebbe potuto fare fortuna. Qui avrebbe potuto trombare piuttosto che essere trombato! Tutto in nome della condivisione dei beni degli altri! Era il paradiso terrestre, ma Eva invece della foglia di fico portava un cartello segnaletico con su scritto “Ingresso libero consumazione obbligatoria” proprio come in discoteca.

Ebbe una visione: il cerdo. Non ci volle molto, il losco capì che la patata e la yuca, che prosperano rigogliose nella scura foresta cubana, lo avrebbero fatto ricco. Di li a poco mise su una piantagione. Ai turisti vendeva la yuca, ai cubani la patata. Di buon mattino, 00:00 massimo 00:05 ora locale, con un vecchio camioncino rosso ruggine, portava le donne al mercato in modo che vendessero al banco le patate e la yuca. Puntava sulla quantità non sulla qualità. Il malsano spirito imprenditoriale tipico dei comunisti con i soldi degli altri stava trionfando. Ma il losco non si accontentava. Ebbe un’altra visione: quei tuberi potevano rendergli molto di più. Bastava trattarli fornirgli del valore aggiunto.
Pensò tra se e se:

“Taglia le estremità e pelala, separala dalla metà longitudinalmente e toglile la fibra dura interiore. Alla fine di questo processo riscaldala e condiscila. Una volta ammorbidita e scolata, mangiala innaffiandola con un pò di sugo”.

Era nata la manioca ocidental. Sì, devo proprio ammetterlo un idea geniale. Dopo due anni era proprietario di una catena di luoghi di ristoro, con annessa piantagione, nei quali si potevano consumare yuca e patata fresca.
Eh!!! Il losco! Chi l’avrebbe detto!
Purtroppo non tutto ciò che luccica è oro; a volte è solo un pezzo di vetro colpito dal sole, a toccarlo ci si può solo tagliare. Per arrivare fin lì, il losco era dovuto scendere a compromessi. L’aveva fatto con la peggiore delle iene, la più vorace delle orche, la più feroce delle arpie, anzi peggio la più carnivora fra le piante carnivore. La sua coscienza lo tormentava giorno e notte. Senza sosta!
Fu solo allora che si ricordò del patto di sangue che legava tutti noi fino alla morte di Andrea.

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