I feel that ice is slowly melting

"se devo essere sincera.." "No! pecche mica... puoi dire pure una bugia no cioè siamo tutt'e due gli n'si... a coppia..non lo so cioé... resta" (Massimo Troisi: Scusate il ritardo)

"Little darling, the smile returning to their faces.
Little darling, it seems like years since it's been here." (George Harrison)

martedì 27 maggio 2008

La rugiada del mattino

Da quanto tempo non vi capita di alzarvi la mattina presto quando il sole è ancora basso ed i raggi di sole a stento tagliano il terreno? A me, causa un temporaneo trasferimento, negli ultimi due anni è capitato molto spesso; forse prima non mi era mai capitato dato che la casa dove sono cresciuto da sulla strada. Affacciandomi al balcone ho scoperto che in campagna, all'alba, tutto, terreno, alberi, foglie, fiori, erba è ricoperto di rugiada. Le auto sono bagnate ed appannate e le strade sono scure come se avesse piovuto da poco. Il cielo però è limpido di un azzurro biancastro ed i raggi di sole pungenti e paralleli al suolo colpiscono gli occhi accecandoli brevemente per l'abitudine al buio. Poco più di un chilometro dal paese ed un mondo totalmente diverso e vivo nasce ogni giorno. La cosa più affascinante di questo paesaggio è il modo il cui la vegetazione luccica. La rugiada sui fili d'erba fa da specchio per i raggi del sole e tutto pulsa e brilla in un gioco di colori affascinante in una intermittenza di flash naturali senza eguali. Perché ho scritto questa cosa adesso visto che ammiro questo paesaggio ormai da due anni? Ieri mentre vagavo nel corridoio dell'università-bordello con la mia amica Happy Hippo ho provato una sensazione di invidia; ovviamente un invidia buona piena di profonda e sincera ammirazione. Perché Happy Hippo? Ve lo spiego subito. Io sono, ma adesso non esercito più, un super goloso di cioccolato al latte in tutte le sue forme. Ormai mi limito fortemente, ma quando ero piccolo di cioccolato ne mangiavo a chili. Se dovessi stilare il modo in cui i miei gusti sono variati negli anni la mia classifica sarebbe questa:

- fino a 6-7 anni adoravo i cioccolatini kinder quelli bianchi dentro e neri fuori proprio come me;
- poi sono passato ai raider, quello che adesso si chiama twix;
- da 10 a 12 anni i duplo, con le nocciole intere all'interno, erano il top del top;
- hanno inventato il kinder bueno che mi ha cresciuto fino a qualche anno fa quando sono passato al lindth qualità oro al latte con le nocciole;
- infine sono passato agli Happy Hippo che hanno quel non so che di croccantezza e delicatezza che li rendono sublimi.

Gli occhi ed il sorriso della mia amica Happy Hippo brillavano allo stesso modo dell'erba avvolta di rugiada e picchiata dai raggi del sole. Vita sotto forma di luce! Avrei voluto irradiarla io quella luce dagli occhi; In quell'istante mi sono tornati in mente il liceo e le parole di Schopenhauer:

``Se fossimo solo rappresentazione non potremmo mai scoprire la cosa in se. Ma noi non siamo solo rappresentazione ma anche corpo, non ci guardiamo dal fuori ma ci viviamo da dentro godendo e soffrendo. Proprio questo ci permette di squarciare il velo del fenomeno e cogliere la cosa in se. Infatti ripiegandoci in noi stessi scopriamo che la radice noumenica del nostro io è la volontà: noi siamo volontà di vivere, un impulso irrazionale che ci spinge a vivere e a agire''.

Happy sta per felice ed ovviamente Hippo c'è solo per similitudine col cioccolatino. Spero che la prossima volta al distributore automatico ci siano anche questi, così ti costringo a fartene offrire uno usando la forza bruta che mi contraddistingue. Se non ci sono gli Happy Hippo ti offro lo stesso almeno un kinder bueno!

Il dilemma del porcospino

Questo fine settimana percorrendo una mulattiera in mountain bike mi sono accorto che a terra c'erano una quantità di aculei di porcospino impressionante; per un buon kilometro ho dovuto fare lo zig zag per evitare di bucare le gomme. Sembrava che la mulattiera fosse la barricata che separava le trincee dei porcospini in guerra a due lati della strada. Mentre pedalavo, pensavo: ''che coincidenza, i miei aculei, come dicono, ed una mulattiera cosparsa di aculei di porcospino; sembra che i porcospini si siano voluti denudare delle loro spine``. La cosa infatti era alquanto insolita, nella nostra zona i porcospini sono praticamente in via di estinzione. Mi ha fatto molto piacere vedere che ce ne sono ancora! Forse non tutti lo sanno, i porcospini sono degli animali bastardissimi: gli agricoltori tentano di ucciderli in tutti i modi! Gli spinosi animalacci infatti di giorno dormono in delle tane sotterranee e la notte escono a cercare cibo e cioè gli ortaggi degli agricoltori: un porcospino può arrivare a pesare anche 30-40 chili. Le tane poi sono difficili da trovare perché di solito sono delle buche molto profonde ed i cacciatori impazziscono, quando ne scovano una, tanto da appostarsi aspettando la notte quando il porcospino esce per mangiare. Dicono che al sugo sia fantastico; purtroppo non ho mai avuto occasione di assaggiarlo!

Lo conoscete il dilemma del porcospino cari (loschi et pavoni et all)? Ormai è famoso!

Il dilemma del porcospino afferma che tanto più due porcospini si avvicinano tra loro, tanto più probabilmente si feriranno uno con l'altro. Ciò a causa del fatto che i porcospini hanno gli aculei sulla schiena. Se gli animali si avvicinano tra loro, gli aculei finiscono col ferirli. Purtroppo i porcospini hanno bisogno di stare vicini per scaldarsi a vicenda. Da questa contraddizione nasce il dilemma.

Si può fare un parallelo con le relazioni tra due esseri umani. Se due persone iniziassero a prendersi cura e a fidarsi l'uno dell'altro, qualsiasi cosa spiacevole che accadesse ad uno di loro ricadrebbe anche sull'altro e le incomprensioni tra i due causerebbero problemi ancora più grandi e profondi, come le tane dei porcospini.

In ogni caso un consiglio: non avvicinatevi mai ad un porcospino perché i poveri animaletti hanno, a ragione, paura degli onnivori esseri umani e reagirebbero lanciandovi contro i loro aculei e non è una cosa piacevole.

E' vero sono solo un misero citatore e di mio forse ci metto poco ma queste due sono una per ognuno e poi per me sono molto belle:

''Non ci si può sottrarre all'impressione che gli uomini di solito misurino con falsi metri, che aspirino al potere, al successo, alla ricchezza e ammirino queste cose negli altri, ma sottovalutino i veri valori della vita. Pure, nel formulare un qualsiasi giudizio generale di questo tipo, si corre il rischio di dimenticare la varietà del mondo umano e della vita della psiche. Vi sono taluni uomini a cui i contemporanei non negano l'ammirazione benché la loro grandezza poggi su doti e realizzazioni che sono completamente estranee agli scopi e agli ideali della massa. Potremmo facilmente essere indotti a credere che solo una minoranza, alla fin fine, apprezza questi grandi uomini, mentre la gran maggioranza non se ne cura affatto`` (Sigmund Freud)'.

''A parte poche eccezioni al mondo, tutti, uomini e animali, lavorano con tutte le forze, con ogni sforzo, dal mattino alla sera solo per continuare ad esistere: e non vale assolutamente la pena di continuare ad esistere; inoltre dopo un certo tempo tutti finiscono. È un affare che non copre le spese'' (Arthur Schopenhauer).

Questa cosa l'ho pubblicata adesso ma l'ho scritta sabato pomeriggio, ciao amici.

lunedì 26 maggio 2008

La Coscienza Del Losco

Dove può abitare un tipo come il Losco, se non nel quartiere delle donnacce. No che io abbia qualcosa contro quest'ultime! Le donnacce intendo ("...le bacio tutte, tutte le abbraccio"), così chiamate dalla maggior parte dei moralisti che conosco; senza badare che quelle, nella maggior parte dei casi, son povere disgraziate costrette a sbarcare il lunario esercitando (evviva i luoghi comuni), il mestiere più antico del mondo. Sto divagando!
Dicevo, solo in un angolo di periferia, ricettacolo di polvere e di reietti, può dimorare un tipo come il Losco, in una bicocca di due vani con soppalco non abitabile. La sua è una casa a dimensione di Losco: una cucina affiancata da un bagno, più lungo che largo, e una stanza da letto sotto il livello stradale, che ha sulla testa il soppalco non abitabile. In realtà, tempo addietro il soppalco ospitò tutti e sette i nani; mentre nella stanza da letto si vocifera, anzi si profetizza che il Losco accolga ogni sera una biancaneve diversa.

Del Losco si son perse le tracce, casa sua è stata occupata da un gruppo di comunisti con i soldi degli altri. Ne è nato il primo centro sociale con soppalco non abitabile.
Se dovessi risalire con puntiglio, la successione di fatti prima della sua scomparsa, allora come un ragioniere d'altri tempi scriverei nel libro mastro: eventi dell'ultimo bimestre e a capo della lista segnalerei: dipartita del Lunatico.
Il giorno in cui il Lunatico lasciò per sempre quell'Università-Bordello, il Losco ebbe come la sensazione di perdere un arto. Mutilato del suo collega, del suo amico fraterno, decise di voltare pagina e appiccicarsi sulla fronte una signora realtà, unica per ogni situazione.
Uscì dalla porta secondaria, imboccò una strada qualunque e la seguì. Dopo circa due ore di marcia ininterrotta, sfociò in una piazza. Il Losco aveva difronte il Duomo. Quivi pernottò, con la schiena appoggiata alla facciata principale. Quando l'alba lo sorprese, aveva un nuovo volto. Si chiese se avesse i mezzi adatti per poterlo mantenere a lungo, qualcosa tipo: chiarezza, correttezza, sincerità.
I giorni si succedevano, l'Università-Bordello gli riusciva soffocante, come due capaci mani che cingono un collo. Lavorava ancor meno di quel poco, che in condizioni normali faceva. Cercava in continuazione un motivo, qualunque esso fosse, per sfoggiare la sua nuova veste. Misurava di continuo la tenacia del suo carattere: quanto ancora avrebbe resistito?

Ma è risaputo (vecchio detto cubano) : ''cu nasci tundu, non pò moriri quadratu!''

Il Profeta un giorno gli disse: “nessuno può sfuggire al suo aka. Tu sei Losco e come tale devi vivere...”
Il Pavone aggiunse:”.... amico mio, in sincerità ti dico: smettila di rincorrere una chimera. Il tuo comportamento è presuntuoso e poco umile. Sarai punito per la tua mal condotta, gli dei ti hanno destinato ad una vita losca, priva di chiarezza e colma di sotterfugi. Vivila!”
Il Losco scosse le spalle e sorrise a modo suo, infastidendo i suoi amici e colleghi. Nell'altra stanza il Kamikaze fece detonare un nuovo composto chimico: un boato e subito dopo il caos degli allarmi antincendio. Il settimo piano fu fatto evacuare, solo il Postino non abbandonò il posto di lavoro: aveva le cuffie che gli coprivano le orecchie e non avvertì quel putiferio.

La prima pagina del giornalino della Università-Bordello, riportava quanto il giorno addietro era accaduto. La notizia dell'esplosione era stata narrata, con perizia di cronaca, dal più capace dei giornalisti...."tutti salvi, il kamikaze è stato deportato in Siberia. Unica perdita il Postino. Misteriosa è la scomparsa del Losco."
Nessuno lo vide più il Losco: venne dal fumo e nel fumo svanì.

Tiriamo le somme! Chi sono io, il Profeta dice che io non esisto. Forse è vero, perché il Losco una coscienza non l'ha mai avuta. Comunque sia, mi sento in dovere di raccontare come andarono i fatti e riportare con chiarezza, correttezza e sincerità il suo pensiero.
Egli non seppe mai viver bene e quando provò a cambiare si illuse di poterlo fare. L'illusione è la proiezione delle speranze nel futuro. Un futuro non troppo lontano: prossimo, qualcuno potrebbe puntualizzare. Ma la pazienza venne a mancare nel Losco, roteò sui tacchi e alzò le spalle, come per dire: io son io! Ma chi sei veramente Losco? Uno che nell'ultimo bimestre ha perso molte persone care, solo per la presunzione di poter giocare alla sincerità. Uno che nell'ultimo bimestre trascurò gli amici, dedicandosi solo al suo nuovo interesse: cercare a tutti i costi di condividere ciò che non esiste. Forse è vero mio caro Losco, pecchi di presunzione e lontano da te è l'umiltà. Solo parvenze di modestia dettate dalla buona creanza, quindi ancor di più fasulle perché non vengono dal profondo.

Losco: TU VIVI MALE, per dio!

Ciò che gli rimane adesso è il conforto del sogno, del suo limitato mondo onirico. Ma prima o poi si dovrà svegliare, allora mi chiedo: che sensazione avrà il nostro caro Losco, quando metterà i piedi per terra?
La coscienza non dovrebbe parlare così, ma io non esito quindi mi prendo tutte le libertà delle circostanze. In più, aggiungo che chi ha la presunzione di non aver mai avuto padroni non è un uomo libero, tutt'altro. E' schiavo di un passato che non esiste, solo per necessità. Povero Losco, condannato a camminare come i gamberi: con la faccia rivolta a quello che fu, cercando ostinatamente di cambiarlo, e la schiena al futuro. Non vedrai mai la luce Losco, chi ti vuol bene ti consiglia una rotazione a centottanta gradi.

Adesso il Losco è in giro con un circo. Si illuse di poter fare il pagliaccio ma i circensi gli offrirono l'unico posto vacante: spalar merda di elefanti. Tonnellate e tonnellate di noccioline digerite!

Forse un giorno ritornerà, ma non sarà più come un tempo. Il Lunatico toccò un nervo sconosciuto, involontariamente cambiò gli eventi che il destino aveva a lui riservato. Qualunque sia la sua nuova condizione, il Losco lo ammira per il coraggio e l'incoscienza avuta: una ventata di fanciullezza.

Solo adesso ti rendi conto che era meglio avere una coscienza mio caro Losco; solo per contraddire il Profeta, ascoltare i consigli del Pavone.

Un'ultima cosa. Chiunque, di questa Università-Bordello, volesse commentare il post, sappia che il Losco non può rispondere. Mi permetto di interpretare il suo pensiero. Darò io una risposta, una per tutte le critiche. Una risposta da Losco, senz'umiltà e presentuosa.

“Si, si! Mo mo segno proprio!”

venerdì 23 maggio 2008

La banalita' della verita'

Ecco il brutto becco del Pavone. La coda lacera, ormai divorata dai parassiti. L'andamento da pollo allo spiedo, ma la presunzione di un giovane esemplare appena sbocciato alla maturita'.

Un amico mi disse una volta (canzonandomi ovviamente) "ma non ti stanchi mai di avere ragione"? Ultimamente mi e' tornata in mente quella frase ed il mio povero cervellino si e' rimesso a girare e frullare. Ho pensato: immaginate per un momento l'esistenza di un essere che abbia sempre l'idee coerenti con la realta', le cui opinioni siano sempre corrette (beh, forse in questo caso si dovrebbe parlare di "rivelazioni"), che riesca sempre a spuntarla su qualsiasi difficolta' "filosofica". Lo so, Profeta cosa stai pensando: "quest'essere esiste, e' reale, sono io". "Io-dio e profeta". Posso anche concordare, ma per un attimo non ti identificare con l'oggetto, e voi lettori fatemi dissertare per via ipotetica. Dicevamo, un essere che ogniqualvolta dica la sua opinione, sia sempre ribattuto dal suo interlocutore che, immancabilmente, dopo poche argomentazioni, si rende conto, con un po' di frustrazione, che la verita' stava dall'altra parte. Ah, dimenticavo, non immaginatevi pero' una divinita' trascendente, ma un essere figlio di questo mondo, con i vostri stessi bisogni fisiologici, magari il cui sudore emani un odore non proprio gradevole (ne piu' ne meno come quello di ognuno di noi), tanto per avere un'idea di impatto.

Avete immaginato? Lo avete presente nella mente?

Due domande: come verrebbe vista un'entita' cosi', da noi esseri comuni? E lui stesso come si vedrebbe, che emozioni potrebbe nutrire verso se e verso il mondo?

Mah, ipotesi, congetture, naturalmente. Intanto diamogli un nome: poniamo Mr. S. Ecco il solito istintivo maschilismo, perche' non Ms. S? Boh, io sono un Pavone maschietto e cosi' mi piace. Ma siete liberi/e di immaginarvelo maschio o femmina, solo, mi raccomando, non asessuato (caratteristica tipica dalla natura divina).

Dapprima potrebbe essere preso quasi come oracolo, anche con simpatia. "Aspetta, ho un problema, vediamo cosa ne pensa Mr. S., se e' d'accordo con me" (non succederebbe quasi mai credo, noi siamo esseri incompleti e fallaci). Due contendenti non riescono a dirimire una controversia: "Mr. S, tu che ne pensi?". Tutto risolto.
Poi, a mio parere, sopraggiungerebbe una sensazione di fastidio. Pensieri nascosti alla coscienza, si affacciano dall'interno. "Accidenti, pensavo di aver ragione io". "Si, si ho capito. Che palle.". "Perche' la ragione dovrebbe essere sempre da lui? E' pure bruttino... Perche' e' bruttino, andiamo!". Pian piano, gli sguardi di simpatia si trasformano in diffidenza, poi in ostentata indifferenza (quasi un ossimoro!) per finire in alcuni casi in aperta ostilità. L'ho detto, siamo esseri incompleti e fallaci, noi.

E lui/lei (questa volta mi sono ricordato di essere political/correct!) ? Che pensieri potrebbe avere? Soprattutto che emozioni nutrirebbe nel suo animo? Io ho riflettuto su queste domande. E' piu' complesso, credo. Occorrerebbe immaginarsi nella mente di un essere, che ha sempre a portata di mano, o meglio di pensiero, la verità. Ardua impresa. Si potrebbe pensare che Mr. S non avrebbe reazioni di sorta, comprendendo immediatamente il perche', il significato intendo, delle cose. "Gli esseri che mi stanno intorno si comportano così , per necessità. Essendo [cosi' e cosi'] non potrebbe essere altrimenti". Nell'espressione [cosi' e cosi'] ci sono le argomentazioni certe, che ne' io ne' voi possiamo conoscere (eccetto, forse, il profeta, che è in contatto diretto con dio, che e' lui medesimo!). Ma non sono queste argomentazioni, di cui non riusciamo neanche a dimostrarne l'esistenza, a suscitare il nostro interesse. Perlomeno il mio, scusate la presunzione Pavonesca. E' la ipotetica struttura del suo pensiero che mi interessa. Così però non ne caviamo un ragno dal buco.
Poi mi ricordo una delle ipotesi in premessa. Mr. S non e' un essere avulso dall'umanità (il termine è in onore del Postino, chiedete a lui se siete curiosi!). Non è un essere angelico, che al massimo ci guarda con pietà e accondiscendenza. Qui abbiamo una scappatoia. Se da un lato la sua mente tutto comprende senza errori, il suo "cuore", la sua anima, può generare emozioni, che come ben sappiamo non sono sempre dirette dalla mente. E le emozioni le conosciamo. Anche se non le controlliamo. Le possiamo descrivere. L'amore, l'odio, la delusione, la tristezza le abbiamo provate tutti.
Bene, sotto quest'ottica, credo che l'esistenza di Mr. S sia un'esistenza ben triste e travagliata. La sua mente comprende la realtà, anche il comportamento del suo prossimo. Ma questo invece di portargli quantomeno serenità, produce nel suo animo, che infallibile non è per definizione, un insieme di emozioni, che la sua mente portentosa non riesce a districare. Non riesce a districare le emozioni, perchè queste non sono oggetto della mente. Per inciso, qui nascerebbe una discussione che coinvolgebbe il concetto stesso di realtà, ma a noi per ora poco importa. E che emozioni potrebbero nascere? Qui mi sembra facile. Prima di tutto orgoglio. Diamine, la sua mente è sicuramente fuori dal comune! Tutti vanno da lui per risolvere un problema. Per avere una luce sicura. E lui li risolve i problemi. Trova l'analisi giusta. Il suo pensiero diretto è chiaro.
Poi credo anche la compassione. Vedere il suo prossimo che brancola nel buio, fraintendendo concetti che per Mr. S sono banali, lo fa affezionare alle persone. Le vuole aiutare a vedere la verità. (in effetti questo non è così scontato, ma a me piace vedere Mr. S come fondamentalmente buono).
Bene, direte voi. Ma ancora non ho mostrato l'altra faccia della medaglia. Rabbia. "Perchè le persone mi guardano con diffidenza? Io le aiuto.". E l'orgoglio si trasforma in vanità. "Perchè non mi rispettano come meriterei?". Noia. "So già le risposte prima delle domande. Niente è precluso alla mia mente. Perchè sempre le stesse domande?". Tristezza. "Nessuno mi si avvicina veramente. O sono un oracolo o suscito ostilità". E così via.
Eh no, Mr. S non ti invido per niente.

Morale. Possedere una mente che tutto comprende, non è una benedizione. O si è un essere divino (ti sei salvato quindi Profeta!) o si soffrirebbe in una contraddizione permanente. Beati noi, dunque, che abbiamo la facoltà di pensare e dire stupidaggini, come in questo post per esempio! Chissà se il Vangelo intendesse proprio questo con la frase "beati i poveri in ispirito" (cito a memoria). Così possiamo essere gente allegra, che a volte mette da parte i fastidiosi frutti della propria mente, per sentirsi più libera e "leggera". Non ne convenite? Non è così?

Come al solito il Pavone vi saluta calorosamente, richiude la sua ormai dolorante coda e vi invita, se volete, a dire la vostra.

sabato 17 maggio 2008

Niente da difendere

Cari giovincelli, sono tornato! Dovevo riflettere su qualche decina di cose. Pensavate che non scrivessi più? Che lasciassi in pace la vostra oscura e solitaria coscienza? Purtroppo ho deciso di continuare a tormentarvi. Losco ci manchi e ti prego, credo a nome di tutti, di scrivere qualcosa per farci sentire che sei ancora vivo: milla! Pavone prego anche te di renderci dotti, non fosse altro per bilanciare le castronerie che spero scriverà il mio amico losco. Ovviamente lunatico scrivici qualche novella genovese, ormai di te non sappiamo più niente! Ci manchi!

La smetto subito con queste sdolcinatezze e vado al dunque di questa dissertazione: niente da difendere! Sarò breve, lo giuro! Una delle cose su cui ho riflettuto sono gli obiettivi che si hanno nella vita, le cose a cui si può aspirare, quelle che si possono ottenere e stringere fra le mani. Come si fa ad avere un obiettivo? Come si sceglie la strada giusta per raggiungerlo? E se non ci troviamo su nessuna strada? Non si può vivere nel paese delle meraviglie neanche se è il paese della mia amica Alice! Alla fine si finisce sempre per incontrare lo stregatto di turno che irridente ed impositore ci dice: ''Nessuna strada è la tua! Tutte le strade sono della regina di cuori!``. La regina di cuori! Perché proprio di cuori, in questo caso non sarebbe stato più appropriato dire di picche? Poi forse infondo sono la stessa cosa. Il simbolo delle picche è solo un cuore rovesciato con una specie di gambo che a guardarlo bene sembra l'impugnatura di una spada conficcata nel cuore esangue e spinta in alto ad inneggiarlo come trofeo. Ma si, cuori, picche che cambia? ''Genti diverse venute dall'est dicevan che in fondo era uguale`` (De Andre). Prima di diventare adulto, se mai lo sono diventato, avevo due sogni che pensavo avrei realizzato a tutti i costi, ma me li hanno fatti frantumati quando non potevo difendermi. Forse in realtà potevo difendermi, ma quando ci si trova sull'orlo del precipizio e bisogna scegliere cosa buttare giù non è affatto facile, soprattutto se c'è l'istinto di sopravvivenza che ti alita dietro le spalle e la morte che ti punta la falce alla gola. Alla fine li ho buttati giù!

Che tristezza a pensare che adesso che ho forza e mezzi per difendermi, non ho più i miei due sogni da difendere. In buona sostanza essere forte come sono adesso non mi serve ad un cazzo! La fine di questa mia riflessione è però stata inaspettatamente, per me, positiva, perché per fortuna non mi trovo su nessuna strada e quindi non incontrerò nessuno stregatto che mi possa dire: ''Nessuna strada è la tua! Tutte le strade sono della regina di cuori!``. Sono contento perché sono sicuro che nessuna strada è proprio quella mia!

Ancora sta SGelosia

''Non sono geloso! Che ci posso fare, non sono geloso!``. Furono queste le ultime parole del losco prima che impugnasse la rivoltella dirigendone l'estremità più sottile verso due individui, un uomo ed una donna, che giacevano nel suo letto. La donna gridava: ''Non è come sembra, non è come sembra! Il signore mi stava gentilmente facendo una iniezione di cortisone perché essendo stata a cavallo tutta la mattina adesso ho mal di schiena. Non è come sembra, non è come sembra!``. Il losco nell'udire la soave voce della verità entrò nell'indecisione del panico e titubante fu tentato di riporre l'arma nella fondina; ma d'un tratto lo sconosciuto con fare impacciato provò a riallacciarsi il cinturone con il ferro ben in vista. Fu quello il momento in cui un brivido freddo attraversò il losco lungo la schiena mentre pensava alle parole di una canzone di De Andre: ''quello si volta ti vede ha paura ed imbracciata l'artiglieria non ti ricambia la cortesia``; e già ''perché la vita è un brivido che vola via, è tutto un equilibrio sopra la follia`` (Vasco Rossi). Il cranio del losco sembrava essere vuoto da come vibrava, elastico da come si espandeva e contraeva; echeggiavano rimbombando all'interno del suo teschio le parole e le immagini del lunatico che gridava: ''Muta puttana, mutaaaa! T'ammazzu!``. I ricordi del losco tornarono a qualche mese addietro, quando eravamo tutti a cuba con Fidel, il lunatico, il postino, il pavone et dulcis in fundo il kamikaze. Ma ne valeva veramente la pena macchiarsi di tale colpa per qualche secondo di simil-orgasmo?

Il losco decise di prendersi una pausa per fumare una sigaretta; chiuse i due dentro la stanza e appoggiandosi alla finestra subito sopra il lavandino della cucina cominciò ad inspirare ed espirare. Prese il telefono in mano e compose il numero del lunatico che di SGelosia è maestro. Il lunatico in quel momento era appena rientrato a casa dal lavoro ed era intento a fare esercizi di jujitzu con una scopa ed una paletta; riuscì a rispondere al telefono solo dopo tre minuti, tempo minimo da passare immobile per portare a termine qualunque attività fisica.

''Amico losco....come va``, esclamò il lunatico. Il losco, in stato nicotinicamente confusionale, rispose: ''Hei bello che fai!``. Che accoppiata. Il losco raccontò l'accaduto al lunatico che ascolto in silenzio ed alla fine esclamò: ''Sei un coglione, sei un coglione!``. Intanto echeggiava nella stanza chiusa una voce: ''Questo e rapimento, lei non ha alcun diritto di tenerci rinchiusi, soffro di claustrofobia, le faccio causa``. Uno sparo in aria della pistola a coriandoli del losco mise tutto a tacere, ma i coriandoli finirono dappertutto ed il losco pensò: ''metterò quella puttana in ginocchio a pulire!``. Ma tornando alle sagge parole che il lunatico stava proferendo: ''Zitto fammi parlare, sei un coglione, sei un coglione!``. Il losco pensava ''a ridaglie!``. Intanto il lunatico continuava: ''Dona loro la possibilità di amarsi, liberali e liberati segui quanto dettarono Lennon e Mac Cartney:

Try to see it my way
Do I have to keep on talking till I can't go on?
While you see it your way
Run the risk of knowing that your love may soon be gone
.....
.....
Life is very short, and there's no time
For fussing and fighting, my friend

Morto un papa se ne fa un altro che di solito è pure più giovane``. Poi ovviamente il lunatico sposto la discussione verso argomenti più seri e disse: ''Piuttosto com'è la vigna quest'anno? Ci sarà del buon vino?``. Il losco rispose che il tempo stava andando bene: c'erano state sufficienti piogge ma bisognava che da ora in poi ci fosse solo sole per dare corpo e forza al vino. La telefonata finì dopo qualche minuto perché il losco si era fatto due palle grosse quanto un pesce palla a sentire le minchiate del lunatico.

Più indeciso di prima decise di non contare sull'aiuto del saggio pavone: aveva bisogno di pratica non di filosofia! Per paura che gli profetizzasse che sarebbe finito in galera perché il delitto d'onore non esisteva più, il losco decise di non chiamare neanche il profeta. Essendo il postino ancora morto, la scelta ricadde sul kamikaze. Il losco decise di mandargli un messaggio ed avendo a disposizione solo 160 caratteri scrisse: ''caro kamikaze, ho trovato la mia donna con un uomo. non sono del tutto sicuro su cosa stessero facendo. tu come ti comporteresti?``. Il kamikaze lesse il messaggio solo dopo 3 ore e 22 minuti e riuscì a rispondere 9 minuti dopo averlo letto scrivendo sinteticamente: ''sto arrivando con il plastico!``. Il losco tremante aveva cominciato a sbuffare quando d'un tratto suonò il campanello; pensò fra se e se: ''Sarà il kamikaze!``. Niente affatto! Era la vecchia del piano di sopra con cui il losco aveva intrapreso una storia d'amore, al fine di non pagare l'affitto del bilocale in cui viveva! La vecchia entro fulminea dalla porta e disse al losco strusciandogli le labbra: ''Ciao piccolo, è arrivata la bolletta dell'ENEL, vuoi pagarla o...``. Il losco aprì la bolletta la cifra era esagerata 232 euro, pensò : ''Cazzo! Colpa della poltrona vibrante! Sta cazzo di tecnologia! Perché non ho usato la lavatrice!``. Non poteva fare entrare la vecchia nella camera da letto; lei della sua SGelosia se ne sarebbe sbattuta era nata ben 78 anni prima quando il delitto d'onore andava ancora forte! Doveva escogitare subito qualcosa! Pensò di usare il divano in cucina e subito si affretto a liberarlo dagli ammennicoli che vi aveva gettato sopra nell'ultima settimana. Per fortuna la vecchia si tolse dalle palle da sola dicendo: ''Piccolo, devo andare a dar da mangiare ai gatti ripasso verso le 11, indossa il tutu che ti ho regalato....a più tardi``. ''Salvo per un pelo!``, pensò il losco. Non passarono tre minuti che il kamikaze busso alla porta con fare discreto e silenzioso. Il losco aprì; il kamikaze aveva in mano uno scatolone di colore bianco che puntava silenziosamente con gli occhi semichiusi. Il losco disse: ''Cosa hai portato?``. Il kamikaze rispose mentre apriva il pacco: ''guarda!``. Il losco fissò il contenuto della scatola per qualche secondo e poi disse ''Ma cos'è?'' ed il kamikaze: ``Il plastico del ponte nello stretto, in quattro riusciremo a finirlo entro stasera, ci pensi che bello?''. Il losco era li li per esplodere, poi ricordando le parole del profeta pensò: ``Non ne vale la pena''. Mandò il kamikaze dalla vecchia nell'intento di liberarsi la serata, quindi aprì la porta e disse ai due amanti: ''Levatevi dalle palle!``. I due sgattaiolarono fuori ed il losco si sentì sollevato: unica pecca i coriandoli sul pavimento, la puttana se ne era andata senza pulire!

L'apocalisse

Cito dalla sorgente di tutto il sapere umano e disumano: l'oracolo wikipedia! ''Un'apocalisse ... è una rivelazione, di cose nascoste da Dio, a un profeta``. Come sapete il profeta sono io, oltre che essere anche Dio. Continuo a citare dall'oracolo: ''Dio non parla in prima persona, ma dà le sue istruzioni a mezzo di messaggeri celesti, che agiscono come guide per il veggente``.

Un vecchio proverbio siciliano dice: ''Cu voli vadi, cu non voli manna``. Ma allora perché Dio, che al solito sono io, non è andato di persona a comunicare l'apocalisse ma ha invece mandato il profeta che sono sempre io? Perché ho mandato me stesso ad annunziare l'apocalisse e non sono andato ad annunziarla di persona? Ho riflettuto parecchio su questa cosa! Alla fine ho trovato quella che mi sembrava l'unica risposta plausibile: sono io, sono il profeta, sono Dio, sono uno e trino! Già così se le cose vanno male Dio può dare la colpa al profeta che non ha saputo riportare le sue parole; il profeta può dare la colpa a me che da peccatore non so agire ed infine io da limitato uomo quale sono posso prendermela con Dio e chiudere il cerchio o il pentacolo. In questo modo io porto solo un terzo del fardello! Ma in tutto questo dove sono andati a finire il supremo, il passivo, pinocchio, vermilinguo, il sultano?

Gli algoritmi golosi molte volte trovano buone soluzioni ma altre volte non portano assolutamente a niente e bisogna ricominciare tutto da capo facendo scelte, di solito, diametralmente opposte. ''Non ti dico più niente``, così mi ha detto qualcuno; io avrei risposto che infondo profeti lo siamo un po tutti, ma fra questi quelli che sono anche uomini sono veramente pochi. Non l'ho fatto! E che fine faranno il pavone, il losco, il postino, il kamikaze, la sadomasochista, la lasciva e gli altri cubani dopo l'abdicazione di Fidel?

Vi siete mai chiesti cosa succederebbe se scoppiasse la terza guerra mondiale? Che fine farebbero i comunisti, i fascisti, gli anarchici, i capitalisti, i borghesi ed i proletari? Probabilmente tutti cercherebbero di salire sul carro del vincitore di turno e non si accorgerebbero neppure che il carro è vuoto e senza nocchiere. Nessuno sprecherebbe una testata nucleare per distruggere l'inesplorata foresta nera del Congo; le tribù che ci vivono dentro probabilmente vedrebbero solo qualche insolito bagliore divino e forse un ordigno bellico rovinosamente venuto dal cielo sui loro campi. Il campo di papaya verrebbe trasformato in tempio per onorare il Dio che ha inviato il cimelio monito per l'uomo; la piantagione di alberi del pane verrebbe distrutta per costruire un altare su cui offrire sacrifici umani il cui sangue nutrirà ancora le radici degli alberi del pane privati del loro fusto. Tutto ricomincerebbe da capo, senza stato, senza ricordo, senza memoria! Che tristezza essere profeti! Che tristezza avere le premonizioni invece dei ricordi, della memoria! Che palloso a ripetere sempre ''lo sapevo!``, ma quanto è scontato il mondo però!

venerdì 2 maggio 2008

Indovinello

Sono timido, introverso, chiuso. Sono socievole, chiacchierone desideroso di comunicare.

Sono contorto, rimugino sulle cose, indago intimamente. Sono freddo, razionale, rigidamente scontato.

Do troppo peso alle parole, sono serioso, non capisco che le persone possano parlare un po' a vanvera. Ho il difetto di aver dubbi sulle parole che mi si dicono, sono sulla difensiva.

Sono aperto, sincero, schietto. Sono sfuggente, scostante.

Ho un punto di vista particolare sulle cose, faccio riflettere le persone, colpisco con le mie riflessioni. Sono quasi banale, passo inosservato, annoio.

Sono cortese, delicato, galante. Sono sprezzante, sferzante, cinico,
indisponente.

Non riesco ad esprimere alle persone care che sono particolari per me, uniche. Sono asfissiante, patetico, emozionalmente instabile.

Ho tanti interessi. Sono apatico, freddo, indolente.

Analizzo profondamente, spacco il capello in quattro. Perdo tempo a fare "minchiate".

Ho fretta di farmi conoscere, sono ansioso, troppo diretto, pretendo troppo dagli amici. Sono titubante, non mi faccio conoscere, tengo a distanza.

Sono insicuro, nutro dubbi sulle mie capacita', mi sottovaluto. Sono presuntuoso, arrogante, saccente.

CHI SONO?