I feel that ice is slowly melting

"se devo essere sincera.." "No! pecche mica... puoi dire pure una bugia no cioè siamo tutt'e due gli n'si... a coppia..non lo so cioé... resta" (Massimo Troisi: Scusate il ritardo)

"Little darling, the smile returning to their faces.
Little darling, it seems like years since it's been here." (George Harrison)

domenica 20 aprile 2008

Il pentagiochismo

Spero che il termine esista! Se no lo faccio io! Da piccolo sentivo spesso parlare di doppio gioco e crescendo di doppiogiochisti ne ho conosciuti tanti, la mia reazione è sempre stata la stessa: gli ridevo in faccia. Forse peccavo di giovinezza, ma infondo anche i santi hanno un passato e soprattutto i peccatori hanno un futuro. Perché pentagiochismo e non ottogiochismo per esempio? Semplicemente perché il personaggio a cui mi sono ispirato questa volta gioca con altre quattro. Il termine pentacolo poi a me incute particolare timore: sarà forse perché è molto simile al termine tentacolo? Di sicuro il pentacolo ha una storia invidiabile. Lo conoscete il simbolo del pentacolo, vero? Se no cercatelo su wikipedia. Comunque l'uomo vitruviano di Leonardo da Vinci lo conoscete di sicuro ed è la rappresentazione di un corpo umano con braccia e gambe divaricate; se ci aggiungiamo la testa diventa un pentacolo. Stasera sono buono vi metto pure l'immagine di questo ``maledetto'' pentacolo.



Se ci provate a seguire la stella a cinque punte inscritta nel cerchio si vede chiaramente che non ha un inizio ne una fine: che cosa inquietante questo intreccio, per me finito essere umano! Forse è per questo che il pentacolo è il più famoso simbolo esoterico! Secondo voi il pentagiochista segue la forma della stella? Spero di no, perché poveretto non arriverebbe da nessuna parte non potendo partire dall'inizio ne raggiungere la fine: un cane che si morde la coda? Forse mi sbaglio, sicuramente il pentagiochista segue la stella come i re magi la cometa. Il fatto è che la coda della cometa è solo una scia di pezzetti di ghiaccio che si sciolgono lungo il cammino e diventano vapore a contatto con l'atmosfera poco romantica della realtà. Forse il pentagiochista è solo ingordo ed afferra tutto ciò che gli capita a tiro, ma non ne è mai sazio perché non riesce a prendere quello che cerca; forse non lo sa neanche quello che cerca, è proprio vero: amore è dare non prendere. Questa cosa sa di comunismo, il mio sangue rosso ogni tanto viene fuori, soprattutto se mi taglio le arterie. Vi siete mai chiesti perché la nostra economia sta crollando? Solo perché non sappiamo più ne stimare il valore delle cose ne usarlo il loro valore. Faccio un esempio meno criptico. Il pentagiochista compra un libro spendendo 15 euro; legge il libro, è affascinato dai concetti, li sente suoi mentre li legge; poi lo ripone nella libreria a prendere polvere assieme a tutti gli altri, probabilmente non lo riaprirà mai più ma sa che se fosse necessario è sempre li immobile, riposto nello stesso vecchio ripiano a prendere nuova polvere. Ma ha veramente sfruttato i 15 euro di valore del libro? Non li ha sfruttati affatto, forse ma forse è arrivato a sfruttarne qualche millesimo dei 15 euro spesi. Perché? Con le stesse 15 euro, lo stesso libro avrebbero potuto leggerlo un migliaio di persone. Il pentagiochista ha speso 15 euro ma di fatto ha usato solo 0,015 centesimi. I restanti 14,985 euro sono riposti nello scaffale e lui non si è neanche accorto di averli posseduti ne di averli persi. Ultimamente mi sta capitando di incontrare persone e fare cose che appartengono a quando ero bambino bambino. Oggi per esempio mi sono ritrovato in un convento in mezzo a delle suore che facevano un incontro con le loro ``adepte`` e non, visto che c'ero pure io che l'ordine delle suore, in particolare, l'ho sempre odiato. Eppure è stata una cosa istruttiva, negli ultimi vent'anni non è cambiato proprio niente: è tutto al suo posto, come un libro impolverato. Guarda caso l'argomento del giorno, per chiudere il cerchio del pentacolo, era proprio la sincerità e o la verità. La suora che le decantava assieme all'amore secondo me era frustrata, depressa e repressa ma una cosa giusta l'ha detta! Ovviamente non era un comizio eravamo solo una decina di persone ma il concetto espresso avrebbe fatto riflettere tutti i pentacolati. Riassumo in breve ed ovviamente a modo mio il concetto. Se andiamo in un manicomio ed incontriamo un pazzo che ci dice di essere Napoleone che cosa pensiamo a parte che è pazzo? Posso dirvi quello che penserei io: di sicuro il pazzo è sincero perché crede veramente in quello che dice, ma di certo non dice la verità. La sincerità e la verità stanno su due dimensioni diverse. I fatti purtroppo parlano, le profezie si avverano solo dopo i fatti e le piccole bugie sono come i bambini, il nostro futuro. Il pentagiochista gioca con altre quattro perché la quinta punta della stella è proprio lui.

mercoledì 9 aprile 2008

L'impotenza

No! Non vi allarmate non parlo dell'impotentia erecti, quella per fortuna si può curare con il viagra, dicono! Parlo della condizione di chi non ha la forza, la capacità o l'autorità di agire: dice wikipedia. Forza, capacità ed autorità di agire. Hanno dimenticato la possibilità di agire! Forse hanno anche dimenticato la legittimità e l'utilità di agire. Riflettevo sull'impotenza un po perché ho deciso di infiltrarmi in politica ed un pò perché mi hanno colpito alcune frasi degli ultimi post che per essere sicuro di aver capito bene ho letto almeno dieci volte. Le narrazioni della mia insulsa ed insignificante esistenza sono pallosissime soprattutto per me che le devo ricordare, ma da qualche parte bisogna pur partire. La forza, la capacità e l'autorità di agire, a modo mio, l'ho sempre avute, di questo ne sono certo. La possibilità di agire, quella no; di bocconi amari se ne devono ingoiare tanti! Se ci penso adesso, sono passati tanti anni, ricordo solo alcune immagini, delle parole, dei gesti, dei sorrisini che sono vivi ed anzi non sono mai invecchiati. Non è che non avessi forza, capacità o autorità: proprio non bastavano, non potevo agire perché non ne avevo la possibilità. Prima di aprire bocca o di muovere un dito dovevo essere certo di essere l'unico che poteva essere danneggiato. Sono passati tanti anni e quella possibilità è come se non la volessi più; ad usarla penso che mi sentirei allo stesso livello delle piccole persone con cui la forza e l'autorità sono l'unico mezzo di comunicazione o meglio di imposizione. Se poi si parla di legittimità di agire le cose si complicano ancora di più. Che cosa è legittimo? Che cosa è giusto? Chi sono io per decidere cosa è legittimo e cosa è giusto? La legittimità da ragazzo ero convinto di averla; adesso non ne sono più tanto sicuro! Le cose accadono per caso ed il caso si nutre di occhi chiusi, di cose non dette, di bugie. Ognuno tira l'acqua al suo mulino senza preoccuparsi di controllare se il mulino ha le macine o solo una ruota che gira trascinata dalla corrente del fiume. E' legittimo informare quelli che si avvicinano al mulino per macinare il grano del fatto che dentro non ci sono le macine? Chi sono io per decidere se è legittimo o meno? Ammessa la legittimità, è utile farlo? Quasi tutte le volte che ho detto a qualcuno una cosa del tipo ``stai attento che ti stanno prendendo in giro'', quello ha pensato che fossi io a volerlo prendere in giro; forse era veramente così? Boh, adesso sono confuso, non lo so proprio ma sono sicuro che in questo modo si ricade nelle cose non dette e nelle bugie che infondo sono la stessa cosa; ed ora mi sento in colpa a sapere e non poter dire, allo stesso modo in cui mi sento in colpa a dire una bugia; la verità è che non so se è possibile, se è legittimo e se è utile avere questa forza, questa capacità e questa autorità che tutti cantano poco intonati e tutti ascoltano stonati.

venerdì 4 aprile 2008

La piaga del sangue

La dipartita: che cosa scema! Finire nel nulla, non ha un senso! Ma è proprio così che ebbero inizio le punizioni divine e l'invio delle piaghe contro il popolo CUBANO. Dio (che nella mia religione sono io) disse al profeta (che nella mia religione sono sempre io) di liberare il popolo dalla schiavitù mettendogli davanti agli occhi la verità. Queste parole Dio aveva proferito al profeta: "Io indurirò il cuore del supremo e moltiplicherò i miei segni e i miei prodigi nel paese di CUBA. Il supremo non ascolterà e io porrò la mano contro CUBA e farò così uscire dal paese di CUBA le mie schiere, il mio popolo, con l'intervento di grandi castighi. Allora i CUBANI sapranno che io sono Dio, quando stenderò la mano contro CUBA e farò uscire di mezzo a loro pure le CUBISTE!``.

Dio disse ancora al profeta: «Il cuore del supremo è irremovibile: si è rifiutato di lasciar partire il popolo. Và dal supremo al mattino quando uscirà verso le acque con il suo open 60HP ed userà il vermilinguo come esca per i marlin. Tu starai davanti a lui, sulla riva, tenendo in mano il bastone che si è cambiato in serpente. Gli riferirai: Dio, mi ha inviato a dirti: lascia libero il mio popolo, perché possa servirmi nel deserto; ma tu finora non hai obbedito. Da questo fatto saprai che io sono in missione per conto di Dio proprio come i Blues Brothers; ecco, con il bastone che ho in mano io batto un colpo sulle acque: esse si muteranno in sangue. I pesci moriranno e le acque diventeranno fetide, così che i CUBANI non potranno più bere!''. Poi aggiunse: ``comanda al pavone: prendi il tuo bastone e stendi la mano sulle acque CUBANE, sui loro fiumi, canali, stagni, e su tutte le loro raccolte di acqua fognaria; che diventino sangue e ci sia sangue in tutto il paese di CUBA, perfino nei recipienti di legno, di pietra, di PVC, di alluminio riciclato e di eternit!''.

Il profeta ed il pavone eseguirono quanto aveva ordinato Dio: il pavone alzò il bastone e percosse le acque sotto gli occhi del supremo e dei suoi servitori. Tutte le acque si mutarono in sangue! I pesci morirono e le acque divennero sanguigne, così che i CUBANI non poterono più berle. Vi fu sangue in tutto il paese di CUBA. Il cuore del supremo si ostinò e non diede ascolto a quanto stava accadendo, proprio come aveva predetto Dio. Il supremo voltò le spalle e rientrò nella sua casa di montagna essendo quella a mare abusivamente sporgente sul sangue e non più sull'acqua salata dell'oceano. Tutti I CUBANI scavarono pozzi per attingervi acqua da bere ma sgorgava solo sangue ed alcuni furono costretti a mutare in vampiri. Sette giorni trascorsero dopo che il Dio aveva trasformato l'acqua in sangue.

Pinocchio disse: ``non sarebbe stato meglio trasformarla in vino?''.
Il vermilinguo rispose: ``in vino! Buona idea non ci avevo pensato''.
Il passivo ovviamente non disse niente;

Il supremo disse: ``tutto sommato non è andata male: il sangue è più nutriente dell'acqua! Posso dimezzare la razione di brodo giornaliera, diminuire il tempo per la pausa pranzo e quindi fare lavorare tutti di più, et dulcis in fundo (come il sangue) posso assumere i mutanti vampiri per farli lavorare di notte''.

Fu a questo punto che intervenne il sultano con una geniale intuizione imprenditoriale: ``possiamo imbottigliare il sangue e venderlo agli ospedali di tutto il mondo!''.

Ancora il vermilinguo: ``imbottigliare il sangue! Buona idea non ci avevo pensato''.
Il supremo: ``che abbia inizio l'imbottigliamento''.

L'inconcepibile vanita' dell'amicizia (ne so fare tanti di questi titoli!)

Attenzione. Il Pavone apre la coda e parla. Non fate attenzione ai colori, ne ai falsi occhi. Non fissate il vibrare delle penne.

Ultimamente ho sorpreso me stesso a riflettere sull'amicizia (grazie, lo so gia' dove e' Piazza Cairoli!). Intendo proprio sull' "universale", non sulle mie amicizie o su quelle di altri.
Non capisco perche', pensando a questo bellissimo concetto, finisce sempre per venirmi in mente l'immagine di una scacchiera. Sapete, proprio il "terreno di gioco" dove si svolgono epiche battaglie tra alfieri, cavalli, REGINE e finti re.
"Pedone in D4", "cavallo in F5", "accidenti la pressione aumenta, meglio un arrocco lungo!". E la fantasia corre. Serve immaginare le mosse dell' "avversario", le sue intenzioni. Perche' ha mosso la torre? Sembra avventato. Ma e' un giocatore esperto, dalle mille partite. Deve avere un piano. Mi copro. Aumento la pressione al centro.
Serve anche mascherare le proprie intenzioni. Tempo, occorre tempo. Spazio e tempo, il segreto della vittoria nelle battaglie (scusate la citazione, normalmente ho in odio le citazioni). Potrei provare un gambetto di Donna cosi', a sorpresa. Ma e' rischioso, potrei scoprirmi. Meglio un approccio piu' conservatore. Se si focalizza sul sacrificio di regina, non vedra' il pericolo dal lato di re.
Le strategie sono raffinate e gli schemi, a lungo studiati nelle partite passate, diventano sempre piu' complessi e proiettati nel futuro. Ad una mossa ne segue un'altra, ad una finta una risposta. Occorre adattarsi al gioco dell' "avversario". La tensione aumenta, lo sforzo si protrae. Ma alla fine dopo una lunga teoria di mosse.....scacco. Ce l'ho fatta. Ho vinto!!

COSA? Cosa si vince? Quale era la posta in palio? A questo punto le fantasie si interrompono, la scacchiera viene rovesciata e i pezzi cadono nel nulla. Rimangono solo le riflessioni.

E' possibile che l'amicizia sia una partita? Quasi una sfida? Il mio amico e' il mio avversario? Le due parole stesse non sono quasi antitetiche? Perche' mi saltano in mente sempre le medesime immagini? Mah, forse un processo di induzione. Spero. O sempre il frutto di una mente disturbata. Credo.

Certo il significato della parola "amicizia" non e' semplice da definire. Non sta a me farlo. Immagino che ognuno se ne dia uno ad hoc per se stesso. Io penso sempre che la radice sia la sincerita'. La mutua comprensione credo derivi da questa.
Naturalmente se si vuole comprendere, condividere. Se si vuole giocare a scacchi e' un altro paio di maniche.
Un aspetto piu' personale: temo di non saper giocare. Spesso sposto l'alfiere diritto davanti a se'. La gente mi dice: "non vale", ma non capisco. "Non gioco piu' con te, non sai le regole". Mi piace giocare a scacchi, anche con gli amici, ma con i pezzi di legno, seduti e magari con un bicchiere di buon vino. In allegria, senza tensioni. Condividendo e aprendo se stessi.

Forse e' la mia coda ingombrante che mi impaccia. Fate voi. Adesso la chiudo in buon ordine e mi rassetto le piume.
Alla prossima, amici!