I feel that ice is slowly melting

"se devo essere sincera.." "No! pecche mica... puoi dire pure una bugia no cioè siamo tutt'e due gli n'si... a coppia..non lo so cioé... resta" (Massimo Troisi: Scusate il ritardo)

"Little darling, the smile returning to their faces.
Little darling, it seems like years since it's been here." (George Harrison)

venerdì 21 dicembre 2007

Strip poker parte prima: il progetto

Tutto ebbe inizio nei primi anni 80. Quattro ragazzi, erano in piena crisi ormonale. Le loro mamme portandoli a fare gli esami del sangue leggevano nel referto sempre lo stesso esito: "Sporadiche tracce di sangue negli ormoni". Il medico di famiglia non riusciva a trovare una spiegazione. All'inizio le mamme si preoccuparono, poi la rassegnazione ebbe la meglio. I quattro passavano le giornate adorando la "commedia erotica all'italiana". Edwige Fenech, bellezza prorompente nata a Bona, città costiera nel nord-est dell'Algeria, ne era la protagonista indiscussa. Inutile dire che i quattro se la sognavano di notte e ....spesso e volentieri anche di giorno. Purtroppo per loro, era e sarebbe rimasta solo un sogno.
Era un giorno di pioggia che non si poteva proprio star fuori. Vi ricordate Asso, il film in cui Adriano Celentano era un grande giocatore di poker ed Edwige Fenech la sua ragazza, era proprio il 1981. I tre decisero di andare al cinema ad ammirare la prorompente attrice ed il simpaticissimo molleggiato (in verità erano andati solo per l'attrice). Il film si rivelo affascinante e coinvolgente. L'erotico della Fenech, l'azzardo del poker ed il comico di Celentano erano stati una combinazione travolgente che gli avrebbe cambiato la vita. Tornati a casa accadde l'inaspettato; ebbero la fortuna di fare una piacevole conoscenza. Si sa che le femmine sono molto più sveglie dei maschietti coetanei. Nel caso dei quattro giovanotti, la differenza era però abissale. Federica non era bella, anzi era pure rozza e poco delicata, ma si dimostrò subito una vera amica. Stava sempre lì ad ascoltarli, capirli e calmarli; insomma, era sempre pronta a dargli una mano. Come si dice da noi: "cumannari è meggiu i futtiri". Le femmine lo hanno capito perfettamente, ai maschi invece questa legge della natura non vuole proprio entrare in testa. I quattro si innamorarono perdutamente di Federica (che per comodità chiameremo "Federica la mano amica") e ciò sancì la fine della loro amicizia.
Chi erano i quattro giovanotti?

Giuseppe era conosciuto nel borghetto come "il centauro". No! Non era un motociclista; di moto non ne capiva proprio nulla! Il termine centauro non ha un significato simbolico generalmente riconosciuto; alcune leggende lo definiscono malvagio e nefasto, capace di ogni scelleratezza, altre lo dipingono virtuoso e sapiente. I centauri possedevano tutti i pregi e tutti i difetti del genere umano, portati però a livelli estremi, tanto che nella mitologia sono stati riservati loro ruoli completamente contrastanti: dall'estrema saggezza all'incredibile crudeltà. Il centauro, il nostro Giuseppe, era chiamato così perché da piccolo era sempre sopra una cavalla a dondolo; la crudeltà del centauro verso la cavalla era a dir poco disumana. La frustava continuamente gridandogli "dondola più velocemente cavallina storna! storna più velocemente!". Un giorno, all'età di 12 anni, il centauro scoprì di possedere un nervo. Per la cavalla a dondolo fu la fine. Nessuno lo aveva mai visto cavalcare (una puledra vera intendo). Chissà cosa intendeva quando si vantava di stare sempre a cavallo. Di certo però era sempre con il nervo in mano.

Gaetano detto "Tanu u niuru" (Gaetano il negro), non era chiamato così per via del colore della sua pelle. Si è vero aveva la carnagione scura, ma l'appellativo gli era stato affibbiato subito dopo il suo primo allenamento di baseball, quando nello spogliatoio tutti gli gridarono in coro "Si arrugginisce non mettere la mazza sotto la doc"; il silenzio mozzò quì la frase, la paura tagliò il fiato dei compagni di squadra. Da quel giorno, senza un motivo apparente, nessuno fece la doccia negli spogliatoi, a parte Tanu u niuru. Tutti, dopo gli allenamenti, tornavano di corsa a casa senza passare dallo spogliatoio. Tanu u niuru si senti isolato, emarginato tutti stavano ad una distanza minima da lui di 95cm. Lo cacciarono persino dalla squadra perché era diventato impossibile giocare a baseball. Durante gli allenamenti i giocatori che proteggevano le basi scappavano quando Tanu u niuru gli correva incontro dopo la battuta. Si sentiva emerginato dalla società, e questo faceva crescere in lui una rabbia, un risentimento insomma un "disagio" enorme.

Davide, detto il sarto, era un giovane psicolabile che amava scuoiare animali morti, preferibilmente topi di sesso femminile. Durante la pubertà, probabilmente a causa dell'incontro con Federica, i suoi interessi erano mutati. Il sarto si era autoconvinto, di doversi cucire un vestito di Halloween utilizzando la pelle essiccata di topa che amava collezionare. Inoltre era particolarmente attratto dalle fattezze dei suoi amichetti: in particolare di quello che era stato definito, all'unanimità, il passivo.

Il passivo, ultimo ma non per importanza, non aveva mai preso una posizione precisa riguardo al problema ''Federica``; non solo aveva negato agli altri di avere avuto rapporti con Federica, ma aveva anche provato a dissuaderli ad averne citando a suo favore il vangelo secondo Marco:

''E, partitosi di là, venne nella loro sinagoga. Ed ecco un uomo che avea una mano secca. Ed essi, affin di poterlo accusare, fecero questa domanda: è lecito far delle manipolazioni in giorno di sabato? Ed egli disse loro: chi è colui fra voi che, avendo una pecorarella, s'ella cade in giorno di sabato non la prenda e la tragga fuori? Quant'è un uomo da più d'una pecora! È dunque lecito di farsi del bene in giorno di sabato? Allora disse a quell'uomo: Stendi la tua mano. E colui la stese.``

Che mistificatore il passivo! Cosa fa fare la gelosia!!!!!!!!!!

Passò molto tempo. I quattro si erano accuratamente evitati per oltre un decennio; studiavano tutti presso lo stesso corso di laurea in ingegneria ed erano riusciti ad evitare di incrociare gli sguardi persino quando in aula, durante le lezioni, erano seduti ad 1 metro l'uno dall'altro. Che guai riescono a combinare le femmine! Come si dice da noi: "Tira ch'iussà nu pilu i fimmina a jiri susu chi nu carru i boi a jiri iusu" (Tira di più un pelo di femmina in salita che un carro di buoi in discesa. Mi è d'obbligo la citazione della buon anima di Iammazza che mi donò tale insegnamento assieme ad un tozzo di pane, una fetta di provola, un pezzo di salsiccia ed un insalata di pomodoro servita in un insalatiera bucata").
John Lennon, per fortuna, aveva proprio ragione: "Life is what happens to you while you're busy making other plans". La vita è ciò che ti accade mentre stai facendo altri progetti. Fu proprio il progetto che dovevano presentare per l'esame di Calcolatori Elettronici II che li costrinse a incrociare gli sguardi di nuovo. L'esame di Calcolatori Elettronici II consisteva di un progetto e di una prova orale. I progetti venivano svolti in gruppi di due massimo quattro persone estratte a caso fra i membri della classe. Che beffardo il destino! I quattro non furono certo esaltati alla notizia. Il primo sguardo fu duro, ma bisognava fare buon viso a cattivo gioco; in fondo non erano più ragazzini ma uomini!
Prima di tutto serviva un buon Personal Computer (PC) ed un luogo in cui ritrovarsi per studiare. Si decise che ci si sarebbe incontrati tutti a casa del passivo che aveva un ottimo PC ed una stanza particolarmente riservata. Proprio come ai vecchi tempi. Tanu u niuru ed il sarto, si sarebbero occupati di portare il materiale di studio, le provviste e quanto altro fosse necessario, il centauro avrebbe stupito tutti portando un aggeggino rivoluzionario che li avrebbe lasciati ad occhi aperti: lo strip pocker. Il giochino era stato regalato al centauro da Max Pisellone in cambio di una prestazione non meglio specificata. Max Pisellone aveva trovato il gioco nel numero di gennaio di JACULA.
JACULA era un fumetto porno-horror che il Max Pisellone collezionava. Lo strip poker, cari mentitori, lo conoscete tutti.
Il progetto era veramente noioso, il passivo ogni mattina aveva delle occhiaie profonde di colore viola-blu: diceva di studiare anche la notte. Per descriverlo userò quindi una sola frase proferita da Tanu u niuru e che spaventò a morte gli altri: "Ho due palle gonfie quanto una mongolfiera". Mi soffermerò quindi sulle pause di relax.
La prima pausa iniziò prima di che iniziasse il progetto. Il passivo, chiamato dalla mamma, era andato in cucina a mangiare il solito uovo alla coque e la banana della merenda pomeridiana. Il centauro, Tanu u niuru ed il sarto rifiutarono garbatamente. Rimasti da soli, inserirono il floppy con il giochino nel PC. Non succedeva niente. Il giochino non partiva. Il centauro proferì: "forse il PC ha poca RAM (Random Access Memory), che non basta per visualizzare la donna nuda che, presumibilmente, ci sarà nel giochino". Tanu u niuru, che si era pericolosamente eccitato, si calmò solo quando il centauro disse che il giorno successivo avrebbe portato la sua RAM per potenziare il PC del passivo.
Al passivo dissero che la RAM serviva per migliorare la velocità di calcolo del PC: il passivo, che di sistemi operativi non ne capiva proprio nulla, ci cascò.
Tutto proseguiva normalmente. Quando si decideva di fare pausa, il passivo usciva immediatamente dalla stanza dicendo che doveva andare al bagno. Il centauro, Tanu u niuru ed il sarto inserivano puntualmente il floppy con lo strip poker nel PC ed accecati dalla fame sessuale cominciavano a premere tasti in maniera freneticamente casuale. Di Asso non avevano capito proprio niente. Quando il passivo tornava dal bagno li trovava ossessivamente affacciati sul monitor mentre speravano nella fortuna. Di donne e di poker i tre non ne capivano niente! La Dea bendata poteva poco di fronte a tanta inettitudine; il massimo che i tre riuscirono ad ottenere fu di togliere il velo che copriva il volto della fanciulla. In fondo, sia Tanu u niuru che il centauro che il sarto erano contenti lo stesso, il ricordo del solo viso gli sarebbe bastato per tutta la notte. Il passivo si incazzava paurosamente ogni volta che tornava e li vedeva giocare, gridava loro: "Dobbiamo studiare! Mi devo laureare! Smettetela di giocare! Sporcaccioni!".
I tre poi con i PC erano pure più scarsi che con le donne. Non sapevano neanche uscire dal gioco; ogni volta erano costretti a staccare la spina rischiando così di danneggiare il disco rigido e di conseguenza tutto il lavoro fatto per il progetto di Calcolatori Elettronici II. Ogni volta il passivo li ammoniva:

"La dovete smettere con questi giochi immorali! Abbandonate la via della perdizione!".

Il centauro, Tanu u niuru ed il sarto diventavano rossi e si vergognavano, ma erano consapevoli che alla pausa successiva sarebbero di nuovo caduti in tentazione. Questa storia si ripeté tutti i giorni dal primo all'ultimo. Finalmente però il progetto era completo; era iniziata l'ultima pausa. Tutto andò come d'abitudine. Il passivo uscì dalla stanza per andare al bagno; il centauro, Tanu niuru ed il sarto avviarono lo strip poker riuscendo, al solito, a togliere solo il burka della presunta ignuda fanciulla.
Il passivo entro di scatto nella stanza cogliendo i tre con la mano (amica) nel sacco. Gridò ammonendoli:

"Siete i soliti scellerati! Cadrete nella fossa dell'eterna perdizione e miseria! La vostra brama di possesso, più che amore é paura di solitudine. E' nient'altro che perdizione che inaridisce il cuore e porta alla morte! Ma non scoraggiatevi amici, non avvilitevi, non datevi per vinti! Anche se ricadete sempre nello stesso peccato. E' solo un trucco del demonio per togliervi la speranza e farvi credere che non ce la farete mai. Non datela vinta a lui! Continuare a rialzarvi, non vergognatevi di confessare i vostri peccati! La via della Santità è stretta! Larga è la porta e spaziosa la via che porta alla perdizione! Io vi aiuterò a tenere lontane da voi le tentazioni! Qualcosa di divino mi ha riportato da voi e ci ha fatto riunire. Vi salverò dall'oblio!".

Il centauro, Tanu niuru ed il sarto restarono attoniti di fronte a tanta saggezza. Si pentirono veramente. Si scusarono ed infine il centauro disse: "Non solo siamo peccatori ma non sappiamo neanche usare il PC e chiudere lo strip poker. Mi faccio schifo da solo". Con la prontezza di un ghepardo il passivo rispose: "premi il tasto destro del mouse". Tanu u niuru di scatto schiaccio il tasto ed il gioco miracolosamente si chiuse. Il centauro, Tanu niuru ed il sarto folgorati dall'evento miracoloso si guardarono di colpo l'un l'altro, una luce, un fuoco si accese nei loro occhi, lo stesso pensiero attraversò la loro mente: "Un miracolo! No!!!!!! Quel bastardo moralista del passivo come caspita fa a saperlo?". L'ira si impossessò dei tre facendogli perdere la capacità di controllo e l’uso della ragione. Saltarono di colpo addosso al passivo, lo picchiarono, lo torturarono stappandogli i peli del naso, delle orecchie e le unghia dei piedi, infine spensero le sigarette sulla sua viva carne privata delle unghie protettive che servivano al sarto per realizzare un vastito da principessa da indossare ad Halloween. Alla fine il passivo, che non era uomo d'onore, confesso!

Ogni notte, da quando avevano cominciato il progetto, il passivo l'aveva passata davanti allo strip poker arrivando a scoprire persino il collo della ritratta fanciulla! Ecco spiegate le occhiaie. La lussuria e l'abbandono lascivo al piacere sessuale lo avevano vinto. Trionfavano il peccato, il desiderio d'appagamento immediato del corpo per mezzo di quel gioco che gli provoca compiacimento, irrefrenabilità e incapacità di moderarsi. L'avarizia aveva fatto il resto spingendolo a far suo e solo suo quel vile ammennicolo materiale dello strip poker. Proprio come aveva provato a fare con Federica.

Tutto era andato come nel film Asso: al marsigliese, quando bluffava, tremava l'orecchio sinistro a causa di un tic; al passivo tremava lingua. Tanu u niuru, il centauro ed il sarto questa volta avevano però sfruttato il tic del passivo per il loro personale appagamento sessuale.

Il centauro era tentato di prendere il passivo anche a colpi di nervo, Tanu u niuru avrebbe voluto ucciderlo per impalamento, usando la sua mazza, il sarto ovviamente voleva scuoiarlo perché gli serviva la pelle dei glutei e delle cosce. Per fortuna la ragione ebbe il sopravvento; dopotutto si doveva ancora preparare la prova orale ed il passivo poteva essere utile. Lo perdonarono ma solo dopo avergli fatto giurare che avrebbe smesso di fare il moralista con la coscienza degli altri.

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