Secondo il mio modesto parere, il concepimento di quell'ordigno, ebbe luogo quando i capi si accorsero che i sottoposti, accumulavano parecchie ore di nullafacenza durante la settimana, recandosi al bar per sorbire un caffè e fumare una sigaretta. Con la macchinetta del caffè, avrebbero costretto i dipendenti a rimanere nei confini dei dipartimenti, quelli dovevano solo alzare il culo dalla sedia, fare dieci passi, infilare alcune monetine nell'apposita fessura e pigiare un tasto. Quindi bere il caffè e fare a ritroso il percorso stanza del dipendente-macchinetta del caffè.
Quello che i capi non avevano previsto era la frequenza con cui i dipendenti andavano a prendere il caffè, un errore grossolano che costò ai dipartimenti, in termini di ore lavorative, perdite di abnegazione maggiori, rispetto al passato.
Il Profeta ebbe una visione e disse: “..tra un minuto andremo a prendere il caffè!”, il Losco scattò dalla sedia e andò a raccontare la profezia al Pavone e al Lunatico. I tre si unirono al Profeta davanti alla stanza del Kamikaze, il quale cercava in rete nuovi materiali esplosivi.
Il Profeta parlò ancora: “...Turi Turi Turi ci raggiungerà dopo!”
L'allegra comitiva di nullafacenti attraversò il corridoio, evitando di essere visti dai capi. Giunti all'ultima stanza del dipartimento, votarono democraticamente chi dovesse entrare per chiedere all'Odalisca se gradiva un caffè. In quella stanza dimorava il capo Supremo, ogni volta era una tortura inzuppare la testa e chiamare l'Odalisca, perché il malcapitato incontrava lo sguardo non compiacente del Supremo e rischiava di essere fulminato.
Toccò al Losco, ma per sua fortuna nella stanza c'era solo l'Odalisca, che accettò felicemente la proposta di spostare le sue ondulate forme, verso la macchinetta del caffè.
Spendiamo qualche parola sulle fattezze dell'Odalisca. La donna è una portatrice sana di sensualità, indossa sovente jeans stretti, che mettono in risalto le curve delle cosce e le forme toniche del sedere.
Il suo stivale pitonato scatena a noi maschietti fantasie oscure, risalendo dalla punta dello stivale fino alla cintura si arriva al centro del mondo: sotto un aderente corpetto pulsa l'ombelico. Noi immaginiamo che sia ricolmo di essenze orientali, supponiamo che esso contenga il nettare degli dei. Lasciando mal volentieri quella parte del suo corpo, lo sguardo si arrampica guadagnando le due vette, poi scivola sul collo e arriva alla bocca: un fico aperto per il lungo.
Poi lo sguardo striscia sul naso e si tuffa nel cristallino degli occhi e lì: annegar me dolce....
Il Profeta diede la precedenza all'Odalisca, la quale selezionò un caffè con dose extra di zucchero; seguendo un ordine meritocratico, il secondo a selezionare fu il Pavone, dopo toccò al Lunatico, quindi al titubante Kamikaze. Il Losco prese un caffè espresso e il Profeta una cioccolata. Tutti sorseggiavamo e soffiavamo dentro i bicchieri di plastica, alternando il sorso al soffio, come se fosse una specie di rito.
Formavamo un cerchio, il discorso verteva su prestazioni fisiche e pillole blu; l'Odalisca rideva con malizia e il Lunatico aveva strane convulsioni. Il Kamikaze ritornò al posto di lavoro, ma fu prontamente sostituito da Turi Turi Turi, questi quando si trovò faccia a faccia con la macchinetta del caffè, si eccitò mirando l'apposita fessura per le monetine. L'Odalisca si offese e girando sui tacchi dei suoi stivali pitonati ci mollò: dignità femminile.
Turi il ternario tentava un approccio con quell'aggeggio, mentre noi altri organizzavamo un'uscita serale. Il Lunatico litigava col Profeta, non riuscivano a mettersi d'accordo sul pub , alla fine decise il Lunatico e quella sera saremmo andati a bere al Bosco delle Fate.
Turi Turi Turi, riuscì ad ottenere un appuntamento con la macchinetta del caffè, pertanto non sarebbe stato dei nostri.
Ritornammo ai posti di lavoro ed erano passati solo venticinque minuti: niente male per la prima pausa caffè!
Nessun commento:
Posta un commento