La calma pomeridiana fendeva l'aria in un silenzio assordante, persino le foglie degli alberi avevano smesso di frusciare; d'un tratto il vento che instancabile vola sullo stretto di Cuba si era fermato affascinato, come sapesse cosa stava per accadere. Erano le 15 e 33 del 24 novembre 2007. Il grosso cane bianco che ogni giorno intravediamo dal nostro balcone aveva persino mollato il contadino, che stava piacevolmente sbranando, e si era posizionato su un'altura con il petto all'infuori la testa in alto e le gambe posteriori spostate all'indietro: con una delle due teneva ancora sotto scacco la giugulare del villano che aveva pure smesso di vociare ``Sabbatooooore....Sabbatooooore....Sabbatooooore....''.
Io il losco ed il kamikaze turbati dallo stridente silenzio ci tuffammo di scatto in balcone per capire verso cosa fosse rivolto lo sguardo del mastino bianco. Il pavone approfitto dell'attimo di distrazione del kamikaze e tentò di uscire dal computer attraverso il connettore della cuffia; la fessura era però otturata da Turi, che stava testando il connettore audio; il pavon pirata fu costretto sgattaiolare fuori dal lettore di floppy disk. Eravamo tutti fuori cercando di capire cosa avesse indotto il mastino bianco ad abbandonare la preda, d'un tratto un urlo terrificante si leva a pochi secondi-suono da noi. Ci giriamo tutti, vediamo il postino che ci corre impetuosamente incontro; inciampa sul telaio dell'anta del balcone e cade di sotto creando una fanghiglia rossa, un impasto di sangue e di brandelli di carne. Turi sembrava in trans, intento com'era nell'ascoltare i gemiti di piacere del connettore audio non si era accorto di niente. Ma da dove proveniva il terrificante stridio ed a cosa era dovuto. Ci disinteressammo del postino, e ci allontanammo velocemente, se il supremo ci avesse visti ci avrebbe costretto a pulire la pozzanghera di sangue. Cominciammo a cercare la sorgente sonora che aveva destato la spaventosa attenzione; non vedevamo niente solo urla terrificanti seguimmo il suono che ci portò dritti dentro la stanza del postino. Uno spettacolo aberrante, a terra il lunatico si contorceva, il suo corpo assumeva posizioni impossibili, Turi era venuto e pacato ammirava piacevolmente le pose di quell'ammasso di carne informe per gli spasmi. Guardammo dalla finestra, una palla bianca contornata dalla luce del sole si ergeva dominante. Un UFO pensammo, ma il pavone, che dimorava abitualmente in quella stanza ed aveva già assistito all'evento esclamò “plenilunio” e di scatto si infilò nel computer del kamikaze usando la scivolosa fessura unta poco prima da Turi. La paura attraversò il nostro corpo ghiacciato ed incapace di qualsiasi movimento. L'odalisca era appena arrivata, si era tolta un guanto e l'aveva sensualmente lanciato sul divanetto del supremo ma incuriosita dall'insolito trambusto aveva interrotto la danza del ventre ed era subito accorsa. Entrata nella stanza restò immobile nel veder il variegato contorcersi, teneva una mano semi chiusa e coperta dal guanto rimastole e nell'altra teneva un anello tempestato di diamanti; non passò inosservata. Turi destabilizzato dalla sensuale essenza dell'odalisca si scompose nelle sue tre componenti principali: il cane fissava il guanto pronto a sferrare l'attacco, il padrone del cane teneva d'occhio l'anello, Turi fantasticava sulle posizioni assunte dal ``lunatico mannaro''. La situazione stava degenerando, nessuno di noi sapeva cosa fare e soprattutto non sapevamo quando Turi o il cane di Turi o il padrone del cane di Turi, che erano tutti Turi, avrebbero sferrato l'attacco finale. La tensione era altissima, il cane di Turi, che era Turi, aveva la bava alla bocca ed il pelo teso, gli occhi erano di un ceruleo tempesta quasi a presagire la fine. Il saggio supremo stava però osservando tutto dall'alto grazie all'unica palla, di vetro, che gli era rimasta; intervenne prontamente per sedare gli animi. Turi, nel frattempo, aveva adottato la tecnica della sanguisuga ed aveva avvinghiato il corpo del lunatico; tutti eravamo paralizzati dalla paura, solo il cane di Turi si dimenava in maniera freneticamente intermittente contro il guanto. Con un'azione fulminea il supremo, incurante del pericolo, entro nella stanza e si lanciò addosso a Turi che avvinghiava il corpo del lunatico in contorsione. Mise in atto una “double underhook piledriver” degna di Undertaker infilo al lunatico degli occhiali 3D di cartone che aveva trovato nel numero di marzo del 1954 de: ``Gli effetti speciali al cinematografo'' una rivista creata appositamente per osannare il film horror :``Il mostro della laguna nera''. Indossati gli occhiali che proteggevano i suoi occhi dai raggi lunari, il lunatico si assopì ed il suo corpo quasi esanime resto in balia delle attenzioni della sanguisuga Turi. Il supremo si girò verso di noi con le gambe leggermente divaricate, il petto gonfio, le braccia conserte ed il mento alto. Le rivoluzionarie lenti di cartone avrebbero cambiato il modo di vedere il mondo. Ci mancava il fiato, la gioia dell'aver assistito al miracolo era enorme. Ci illuminammo tutti dell'immensa luce generata dal supremo e siccome non avevamo gli occhiali protettivi, ci inginocchiammo e con la testa china e le braccia tese ci chinammo per alcune ore per compiacerlo. Gli occhiali protettivi sarebbero arrivati qualche giorno dopo direttamente da una fabbrica cinese di cartone riciclato almeno 5 volte. Il supremo consentì a Turi di portare a termine l'azione sanguisuga fino a che la pressione del lunatico non fosse tornata a a livelli accettabili. Infine il pavone ebbe il coraggio di uscire allo scoperto e lo fece attraverso il cassettino del CD; si inginocchio ai piedi del supremo e mentre li massaggiava implorando perdono chiese la grazia di riportare in vita il postino. Il supremo acconsentì, ma solo dopo la ricongiunzione delle sette sfere del drago.
domenica 16 dicembre 2007
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